L’Amministrazione Comunale di Caorle, in collaborazione con l’agenzia MV Arte di Vicenza, presenta la mostra “Basquiat, Haring, Banksy: the international and mysterious world of Street Art” che si terrà presso il Centro Culturale A. Bafile dal 10 maggio al primo di settembre 2024.
La mostra sarà aperta al pubblico dal 10 maggio al 1 settembre 2024 con i seguenti orari: dal 10 a 31 maggio aperto dal lunedì al giovedì 15.00 – 19.00 e dal venerdì alla domenica 15.00 – 22.00. Dal 1 giugno al 1 settembre aperto dal lunedì alla domenica 10.00 – 13.00 e 19.00 – 22.00.
La mostra, curata da Matteo Vanzan, racconterà l’evoluzione di un linguaggio che, come un fiume carsico, appare e scompare lasciando tracce inequivocabili del suo passaggio sui muri di tutto il mondo.
Protagonisti del percorso espositivo saranno le opere di coloro che, dagli anni ’70 ad oggi, sono considerati tra i principali portavoce di un’espressione internazionale che ha unito intere generazioni: Banksy, Jean-Michel Basquiat, Delta 2 e Arte di Frontiera, D*Face, Dolk, Stelios Faitakis, John Fekner, KayOne, Keith Haring, Logan Hicks, JR, Mike Giant, Mr. Brainwash, Nasty, Obey, Seen, Slog 175, Sten e Lex, Swoon, Taki 183, Vhils, Mr. Wany e molti altri ancora.
Oltre 70 opere le opere presentate provenienti da Italia, Spagna, Francia, Inghilterra e Stati Uniti in un’alternanza di lavori su tela, legno, carta, serigrafie firmate, poster, memorabilia oltre ad una selezione di disegni preparatori forniti direttamente dagli artisti selezionati dopo oltre due anni di ricerca e concessi in via esclusiva al Comune di Caorle (Ve) con l’obiettivo di indagare la Street Art dalla sua nascita fino ai giorni nostri comprendendone le evoluzioni ed i significati.
“Caorle si conferma meta turistica a forte vocazione culturale” commenta il Sindaco di Caorle, Marco Sarto “Anche nel 2024, la Città si è dedicata con particolare impegno a valorizzare la propria già ricca proposta culturale con manifestazioni ed eventi di assoluta rilevanza. Il 10 maggio inaugureremo la mostra “Basquiat / Haring / che, fino all’inizio di settembre, renderà il nostro centro culturale “Bafile” un punto di riferimento per gli amanti dell’arte contemporanea. Caorle è cultura e si è dimostrata ancora una volta capace di coniugare il suo passato millenario con ciò che di più interessante offre la modernità”.
“È un vero onore per Caorle poter ospitare le opere di artisti così prestigiosi. Basquiat e Haring sono i capostipiti della Street art, i primi ad aver portato questo movimento dalle strade ai musei. Banksy è il più celebre artista contemporaneo, celebrato in tutto il mondo” continua il Vicesindaco di Caorle e Assessore alla Cultura, Luca Antelmo “Quest’anno la Street Art è il filo conduttore della proposta culturale della Città di Caorle, una proposta ricca, accattivante e assolutamente trasversale. Una proposta che valorizza Caorle e che la rende un’eccellenza nel panorama della località balneari italiane. Voglio ringraziare MV Arte per aver curato l’organizzazione di una mostra così prestigiosa, la Consigliera Comunale delegata alla cultura Elisa Canta e gli Uffici Comunali per il prezioso lavoro svolto dietro le quinte”.
“La mostra” spiega Matteo Vanzan, direttore artistico di MV Arte e curatore dell’esposizione “è strutturata per essere un’indagine scientifica, oltre che artistica, sul fenomeno generazionale della Street Art, partendo dalla nascita del graffitismo nella New York di fine anni sessanta per arrivare fino ai nuovi protagonisti contemporanei. Vogliamo porre al visitatore una serie di interrogativi che parlano di una sottocultura indomabile, affascinante, misteriosa e per molti versi ancora avvolta nel mistero che, all’improvviso, emerse dall’underground per riversarsi nei canali mainstream grazie ad alcuni protagonisti: Basquiat, Haring e Banksy. Questi artisti rappresentano solamente la punta di un iceberg ben più profondo: un mondo fatto di attitudine, regole non scritte e codici interni svolti in non luoghi come le metropolitane o i muri del mondo per un’arte senza confini che si estende in ogni angolo del pianeta e che raccoglie le voci di un’umanità in continua urgenza espressiva”.
Con contenuti sempre nuovi e forme in continua mutazione, la Street Art è affascinante e sexy, alternativa e, allo stesso tempo, mainstream diventando, dagli anni Ottanta, linguaggio istituzionalizzato proprio grazie ad un sistema dell’arte che tutto fagocita. Le più rinomate gallerie newyorkesi iniziarono ad interessarsi a quelli che, ancora, non erano considerati artisti, ma che ben presto, e grazie ai sistemi di promozione culturale, divennero a tutti gli effetti delle vere e proprie leggende, in primis Keith Haring e Jean-Michel Basquiat. Oggi Banksy rappresenta una vicenda le cui origini iniziano nelle metropolitane degli Stati Uniti verso la prima metà degli anni Sessanta per espandersi sempre di più nei pieni Settanta. Fu grazie alle contestazioni studentesche e sociali del ’68 che si sancì la nascita di quella controcultura sintomo del rinnovamento di stili, linguaggi e forme espressive che, dal Post-Minimalismo, condusse alla nascita della Street Art. Quello scolpito sui muri è un messaggio necessario per esprimere il proprio dissenso, per riappropriarsi di spazi la cui genuinità non deve sopportare i vincoli dei circuiti ufficiali. Ecco nascere, in tutto il mondo, un coro che, parlando direttamente al pubblico, riporta l’arte ad una nuova dimensione di
“Credo che la Street Art” conclude Vanzan “abbia rinunciato al suo status di entità alternativa contro il mainstream nel momento stesso in cui Taki 183, il writer che diede inizio a tutto, venne “promosso” con l’articolo TAKI 183 Spawns Pen Pals, apparso sul New York Times nel 1971. Grazie a quell’articolo venne considerato il padre dei graffiti contemporanei e la sua leggenda si è estesa a dismisura. Tutto questo interessamento mediatico verso un fenomeno sovversivo e di istanza polemico-sociale fu solamente la miccia che fece esplodere l’attenzione verso quello che viene ancor oggi considerato un luogo della notte dell’invisibilità. Questo luogo si manifesta in altrettanti non-luoghi: le metropolitane, i sottopassi, i cavalcavia, ma soprattutto su muri bianchi che diventano il campo per una battaglia disputa a suon di marker, colori acrilici e bombolette spray. Quello rappresentato in questa esposizione è dunque questo luogo del mistero, consapevoli che non c’è più tempo per definizioni o accademismi, ma che la Street Art è oggi linguaggio universale della nostra società”.